Rule of Rose
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Rule of Rose
DESCRIZIONE
Rule of Rose (ルールオブローズ Ruru obu Rozu) è un gioco survival horror per PlayStation 2 prodotto da Punchline e rilasciato nel 2006.
Ambientato nell'Inghiltera del 1930, la storia è incentrata su una ragazza 19enne di nome Jennier, che si ritroverà intrappolata in un mondo regolato da delle ragazzine che hanno fondato una classe gerarchica chiamata Aristocratici della Matita Rossa. Il gioco è stato comparato a survival horror come Silent Hill e Haunting Ground, per l'horror psicologico e perchè la protagonista è accompagnata da un cane.
RECENZIONE
C’era una volta Jennifer, la protagonista, che si ritrova come per magia (o sogno?) in un fatiscente orfanotrofio abbandonato, luogo che le risulta inspiegabilmente familiare. In lontananza si sentono i guaiti di un cane...
C’era una volta una bara, quella tanto discussa e chiacchierata dai giornali. Quella dove Jennifer viene rinchiusa per risvegliarsi poi su un dirigibile fantasma, vero teatro del gioco di Rule of Rose.
C’erano una volta tre sadiche ragazzine: Diana, Meg, Eleanor, le cattive.
Leader indiscusse del clan degli aristocratici della matita rossa, pretendono un tributo mensile umiliando continuamente Jennifer, additandola come povera mendicante e relitto della società.
Eppure nei loro occhi al sadismo si sostituisce spesso una sottile vena di disperazione... Perché?
C’era una volta una fantomatica principessa della rosa, chi sia non è noto, il suo ruolo, inizialmente, nemmeno. Solo un’immagine persa nel tempo, dove in un solatio giardino fiorito un angelico fanciullino (o fanciullina?) accarezza le mani di una bambina: “My name is Joshua, i will serve you princess… just kiss please…”
C’era una volta l’uomo nero, quello di cui tutte le ragazze hanno paura, il lato più oscuro e ferino dell’inconscio femminile, il “mascolino”che alberga, sottomesso, ma pur sempre incontrollabile e pericoloso, nell’anima di Jennifer.
Un enigma da risolvere, un universo onirico dove ricordi del passato e paure riemergono come incubi da esorcizzare, una ragazza che, dimentica del tempo che fu, dovrà, con sangue e sofferenza, riesumare ciò che ha dimenticato: i suoi giuramenti, i suoi traumi.
Sogno, morte, rinascita, purificazione, senso di colpa, amore deviato.
Il simbolismo trasuda dalle immagini e dalle azioni di gioco: acqua come fonte di purificazione morale, sepoltura come desiderio inespresso di morte, rinascita, torture e combattimenti come espiazione finale di un senso di colpa lacerante. Il senso di colpa di chi, malgrado tutto, sopravvive.
C’era una volta, e c’è la regola della rosa , motore immobile dell’avventura, vero e unico fulcro unificatore cui tutti, buoni o cattivi sottostanno con timore reverenziale. La regola che stranamente ci suona inspiegabilmente familiare, nella realtà. La regola prestabilita entro la quale dobbiamo guidare Jennifer ad assolvere i compiti che le vengono di volta in volta assegnati, nel gioco.
Questo è lo schema di Rule of Rose: perlustrare il dirigibile cercando oggetti con l’aiuto del fiuto infallibile di Brown, il cane, e combattere i mostri di livello, tra cui degna di nota la genialità simbolica dell’orrida sirena-bambina.
Apparizioni improvvise e leziosamente paranormali di bambini sporchi e disperati e professori ambigui, svelano, nel progredire del gioco scorci di un passato terribile che riemerge.
Un gameplay volutamente ripetitivo non lascia nulla all’iniziativa individuale del giocatore vittima, come Jennifer, dei comandamenti e dell’ineluttabilità degli eventi.
Seguire le indicazioni, munirsi di armi (a seconda dei livelli di gioco sempre più potenti), avventurarsi nei meandri del dirigibile e combattere, quando e se necessario. Una disciplina rigidissima quella di Rule of Rose. Ciò che conta è la risoluzione del mistero, più che il resto.
Luoghi inizialmente inaccessibili si svelano a seconda dei livelli di gioco garantendo un continuo, seppur limitato e spesso ripetitivo, ricambio di visuale che consente di non cadere nella noia.
Musiche ben scelte: motivetti suonati al violino che evocano con fresca veridicità le atmosfere di inizio secolo si fondono a note più cupe e decadenti.
Un cambiamento repentino del sonoro preannuncia con toni allarmanti e ritmati le situazioni di pericolo.
Vari nemici, oltre naturalmente ai “guardiani” di livello, sbarrano la strada alla protagonista: vampireschi demonietti che saltano addosso risucchiando repentinamente tutte le energie, pesci con le gambe, caprette, picchi/giocattolo. La dinamica di combattimento, purtroppo, si rivela spesso abborracciata e deludente: Jennifer è una ragazza impacciata, spaventata, maneggia le armi con poca convinzione e noi, con lei, molto spesso ci troviamo volenti o nolenti a mandare colpi a vuoto pur eseguendo tutti i comandi correttamente.
Una situazione che alla lunga si rivela frustante, obbligando chi gioca a tentare di schivare, per quanto possibile, gli avversari. Nessun gusto della carneficina quindi, nessuna particolare abilità di combattimento da poter sfoggiare.
Scarsa accuratezza o eccessiva coerenza tematica di progettazione?
Malgrado tutto, il gioco, peraltro molto breve, si rivela facilmente fruibile anche per i meno esperti. Ricorrere alla ricerca di trucchi e soluzioni è superfluo, i luoghi di salvataggio sono sufficienti, così le indicazioni se non si sa come proseguire. L’unico problema sono i combattimenti che, comunque, con un minimo di costanza si portano tranquillamente a termine.
La grafica è buona ma non eccezionale, molto accurata nei “filmati”, più superficiale e sgranata nello svolgimento di gioco. Probabile scelta estetica per un gioco che mira a colpire per i contenuti più che per la tecnica.
Commento
Hanno scritto: Vince chi seppellisce viva la bambina. Non è vero
Hanno scritto: Un gioco vergognoso, che incita alla pedofilia. Affermazione quantomeno esagerata dato che le fantomatiche gonnelline “dello scandalo” vengono alzate come forma di aristocratico inchino e sempre solamente poco sopra al ginocchio.
Rule of Rose è un gioco indubbiamente forte, cupo, malizioso, inadatto ai minori, con un PEGI da 16+, ma forse più indicato per giocatrici e giocatori almeno ventenni.
Rule of Rose è uno stato mentale, un luogo dell’anima senza tempo, un universo tutto al femminile dove pulsioni, desideri, proiezioni e sensi di colpa si incontrano materializzandosi come sublimazione.
Rule of Rose è il cupio dissolvi in un universo onirico popolato di demoni che, come cavallette, ci circondano, attanagliandoci, quando ci avventuriamo in vie che non sono concesse…le vie della mente… “Oltre non puoi andare”, sembrano dirti, “ segui le regola, o muori”.
L’inconscio, incarnato metaforicamente in uno Zeppelin d’inizio secolo, straripa nel videogioco, così la realtà. Quella realtà dura, tipica dei collegi, quella del nonnismo, della maliziosa ma infantile persuasione saffica, quella della menzogna travestita di leaderismo e infine quella delle insinuanti e ambigue azioni degli adulti sui ragazzini.
Molto poco horror, altrettanto elegantemente inquietante e raccapricciante per i contenuti.
Un gioco geniale, colto, ficcante. Un incubo interattivo che invita alla riflessione.
Nella regola della rosa il paradosso di ciò che realisticamente si subisce, a volte complici, a volte vittime nel quotidiano, nella regola della rosa la disciplina terribile dell’animo umano.
Psicanalisi allo stato puro, come in certi film, come in certi libri.
PRO
Storia perfetta, geniale a livello contenutistico, non noioso, buona grafica
CONTRO
Sistema di combattimento approssimativo e confuso. Scenari leggermente ripetitivi
VALUTAZIONE
Grafica 72
Audio 79
Giocabilità 68
Prezzo/prestazioni Ottimo
Totale 89
Le polemiche
Se n’è parlato, forse non a lungo, ma di certo in modo incisivo. La sassata è partita da Panorama, il settimanale che a Rule of Rose ha dedicato, il 13 novembre, un articolo e una copertina, con il provocatorio titolo “Vince chi seppellisce la bambina”. Le accuse nei confronti del gioco, per Panorama, vertevano tutte su tre elementi: il sadismo, l’omosessualità e il fatto che oggetto di ambedue le cose fossero ragazzine (“Ogni scena è pervasa da sottintesi omosessuali e sadici a cui non si è preparati, visto che i protagonisti non sono adulti ma ragazzine”).
L’articolo ha fatto partire una serie di interventi, soprattutto politici, di chi per tutelare i “giovani” videogiocatori vorrebbe forme di controllo e censura indirizzate al mondo dei videogames. Dichiarazioni in questo senso sono arrivate dal sindaco di Roma Walter Veltroni, per il quale Rule of Rose “non deve entrare nelle case degli italiani”, in modo da tutelare i più giovani, “che già vivono in un’epoca difficile, nella quale la violenza è presente ogni giorno sui media. I giovani dovrebbero essere protetti dalla violenza”. Il Ministro della Giustizia Clemente Mastella, dichiarandosi “indignato per il livello di efferatezza di questi giochi dati in mano ai bambini”, ha anche caldeggiato la nascita di un’authority nazionale che vigili preventivamente sulla distribuzione di questi prodotti, e a fargli eco si è schierata anche la presidente della Commissione parlamentare bicamerale per l’infanzia, Anna Serafini, che ha auspicato la nascita di un “codice unico e comunitario che detti a tutti i paesi europei le regole da seguire” in materia videoludica.
Dall’altro lato, non sono mancate le reazioni di chi è contrario a forme di censura: in particolare l’Aesvi, Associazione Editori Software Videoludico Italiana, attraverso il suo presidente Andrea Persegati, si è “rammaricato per i ripetuti attacchi pretestuosi, generici e immotivati di cui è oggetto l’industria videoludica da parte dei media italiani. Le critiche rivolte a un singolo prodotto – ha detto Persegati - non possono diventare il pretesto per screditare un intero comparto economico che, al contrario, si è caratterizzato in questi ultimi anni per una sempre maggiore attenzione alla qualità dei prodotti immessi nel mercato”.
Per chi è appassionato di videogiochi, il vespaio attorno alla release di Rule of Rose non è certo una novità: casi simili si sono verificati in passato, su situazioni più o meno analoghe. Basta pensare alle critiche mosse a Grand Theft Auto per l’alto livello di violenza contenuto nel gioco, o, facendo un salto nel passato, si può ricordare il clamore che suscitò Phantasmagoria, avventura grafica horror della Sierra in cui la protagonista (per altro interpretata da un’attrice vera, era l’epoca dei cosiddetti film interattivi) subiva addirittura uno stupro. Il dibattito, insomma, tende sempre a ripresentarsi: finora l’unico dato reale, al di là delle prese di posizione, è che in Italia nessun videogioco ha mai subito provvedimenti di limitazione o blocco della distribuzione.
INFORMAZIONI
Titolo: Rule of Rose
Piattaforma: PlayStation 2
Versione: PAL
Sviluppatore: Punchline
Produttore: 505 Gamestreet
Genere: Survival Horror
PEGI: 16+
Lingua: Multi5 (English, Français, Deutsch, Italiano, Espanol)
Data uscita: 3 Novembre 2006
Prezzo al momento dell'uscita: 49,90 €
LINK'S DOWNLOAD TRAMITE "TORRENT" http://rapidshare.com/files/442402421/Rule_of_Rose.torrent
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