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Resident Evil Code: Veronica X

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Messaggio  Lydecker Gio Gen 27, 2011 11:04 pm

Resident Evil Code: Veronica X Copertina-resident-evil-code-veronica_zoom

Recenzione
Pensavano di aver trovato il classico uovo di colombo, i dirigenti Sega, quando nella primavera del 1998 iniziarono ad accordarsi con Capcom per la creazione di un titolo basato sulla saga di Resident Evil e sviluppato espressamente per la prossima meraviglia hardware della casa di Sonic. Biohazard Code Veronica era il nome del gioco (come saprete, Biohazard è da sempre il nome giapponese di Resident Evil) e i suoi creatori gli stessi che poco più di due anni prima diedero una spinta decisiva alle vendite PlayStation con il famoso capostipite. Un titolo esclusivo basato su Resident Evil, insieme ad una buona lineup di sviluppatori al top dell'industria (Namco e il suo Soul Calibur tanto per rinvangare il passato recente) sarebbe bastato sicuramente a imporre il Dreamcast sul mercato interno, settore avverso per ragioni "storiche" al marchio Sega. Passati tre anni da quelle prime trattative e passati poco più di 365 giorni dall'uscita di Code Veronica in versione Dreamcast, ci troviamo qui nuovamente a parlare dell'ormai celebre ultima avventura di Claire Redfield, con una piccola nota a margine: il gioco gira su PlayStation 2. Evidentemente, qualcosa non è andato come inizialmente previsto, ma ora quello che ci preme analizzare è soltanto la qualità della produzione Capcom e non le ragioni politico-commerciali che stanno dietro alla sua pubblicazione, quindi senza porre tempo in mezzo, apriamo nuovamente il libro dei survival horror..

UNA NUOVA CASA PER CODE: VERONICA
Nonostante il perenne status di console "di nicchia" che ha accompagnato il Dreamcast durante tutto l'anno 2000, alcuni giochi apparsi su quella macchina sono riusciti a guadagnarsi una fama propria e, manco a dirlo, una vasta schiera di appassionati. Tra questi c'è sicuramente il titolo oggetto di questa recensione, forse l'unico (insieme ai vari Sonic Adventure, Shenmue e Soul Calibur) che i primi utenti PlayStation 2 avessero realmente invidiato ai loro "rivali" fedelissimi al marchio blu. La popolarità di Code Veronica e la sua grandissima fama presso l'utenza Dreamcast rende il parlare nuovamente del gioco una procedura a tratti scomoda e ridondante, viste le migliaia, forse milioni di caratteri spesi sull'argomento a tempo debito. Per questa e altre ragioni (la volontà di non togliervi l'importantissimo gusto della sorpresa) non entreremo troppo nel dettaglio della trama e delle situazioni narrate, che saranno esclusivamente abbozzate (si perdoni la rima) per fornire una "infarinatura" di base all'eventuale acquirente.
Claire Redfield è la protagonista assoluta dell'avventura, coadiuvata nelle sue imprese dal fratellone Chris e da una nuova comparsa del mondo di Resident Evil, tale Steve Burnside (Leonardo di Caprio per gli amici), che incontreremo sin dalle primissime fasi di gioco. Imprigionata su una misteriosa isola-avamposto militare dalle classiche milizie dell'Umbrella Corporation, la bella Claire si trova improvvisamente proiettata in un incubo a base di zombi, mostruosità, catastrofi più o meno naturali e, tanto per cambiare, diversi ettolitri di sangue. Questo clima idilliaco farà da sfondo e teatro per tutta la durata dell'avventura, nuovamente presentata secondo i dettami classici della serie (pur rinnovati sul lato estetico/tecnologico) e incentrata pesantemente sull'azione mista a risoluzione di enigmi arcade. Guidando Claire o, saltuariamente, altri personaggi, il giocatore vivrà sulla propria pelle l'ultimo incubo partorito dalla mente del visionario (per scrivere certe sceneggiature bisogna essere o visionari o molto creativi nella correzione del caffè) Shinji Mikami, cercando, come in ogni buon episodio di Resident Evil che si rispetti, di portare a casa la pelle con il minor numero di ustioni, abrasioni e ferite possibili

L'ASSENZA DI INNOVAZIONE E' UN MALE?
Se Code Veronica può vincere, ancora oggi, diversi riconoscimenti in fatto ad ambientazione, studio delle inquadrature, trama e atmosfera, c'è un'area del gioco in cui la valutazione, esistessero le valutazioni numeriche su Freegames, sarebbe meno di zero: l'originalità. Come avete già potuto intuire dal paragrafo precedente o da una semplice occhiata alla prima versione del gioco uscita per Dreamcast, Resident Evil Code Veronica non si discosta di un millimetro dalla struttura di gioco ampiamente esplorata nei precedenti tre episodi: abbiamo un protagonista in fuga, intere schiere di mostri e schifezze ambulanti di ogni tipo, una minaccia biologica e un intreccio di eventi ampiamente surreale. Condite il tutto con i classici dialoghi da B-Movie e con una ricchissima dose di violenza e avrete pronto il piatto confezionato per voi dalla cara vecchia (e pure un po' arraffona) Capcom. La mancanza di innovazione equivale, per una certa fetta di pubblico, anche a una lieta notizia, dato che conferma l'assoluta fedeltà di questo episodio alla struttura tanto amata nei capitoli già usciti su PlayStation. Si parla ovviamente della vasta schiera composta dai fan di Resident Evil, che in Code Veronica potranno trovare tutte le qualità migliori del genere survival horror condite da una realizzazione tecnica che ancor oggi non può che far congratulare chi scrive con gli sviluppatori del gioco.
Partiti per il (si spera definitivo) pensionamento, gli sfondi pre-renderizzati hanno lasciato il posto ad ambienti interamente calcolati in tempo reale, letteralmente straripanti di poligoni, texture e quanto dettaglio mente umana possa concepire, inquadrati da telecamere "semi-fisse" che forniscono, meglio di qualsiasi filmato precalcolato, l'impressione di una vera regia. Anche i personaggi, grazie alle maggiori potenzialità delle console di nuova generazione, appaiono in questa uscita più realistici, definiti e particolareggiati, presentando una cura nella realizzazione e animazione dei volti davvero encomiabile. L'unico difetto evidente sul lato grafico, oltre alla foschia che governa gli ambienti più grandi, è costituito dalla celebre risoluzione interlacciata della PlayStation 2, che per motivi prettamente tecnici, crea particolari "disturbi" sulle texture e su alcuni elementi del fondale

RESIDENT EVIL CODE: VERONICA COMMERCIAL
Dopo aver constatato la bellezza grafica del gioco e la sua, tuttora ottima, realizzazione tecnica (60fps "inchiodatissimi", nel caso servissero altri dati), segniamo un'altra nota di merito anche per il lato sonoro, rappresentato da musiche certamente in tema con gli eventi narrati, di ottima esecuzione e dalla ricca varietà strumentale. I motivi di accompagnamento passano da semplici nenie classicheggianti a marce tiratissime senza soluzioni di continuità, creando reale scompiglio nella presenza mentale del giocatore che, in parte per le sorprese su schermo e in parte per i "salti" compiuti dal sonoro, si trova costantemente sul filo del rasoio. Chiudiamo l'argomento realizzazione tecnica con l'immancabile nota negativa per i controlli, nuovamente ancorati al pad digitale e totalmente avulsi dalle potenzialità offerte dai moderni sistemi di controllo. Per correre è ancora necessario premere un tasto, così come per salire le scale (passo indietro rispetto a Resident Evil 3) e per puntare la propria arma, movimento che per la quantità di nemici incontrati si sperava che i protagonisti avessero ormai ampiamente assimilato. Anche il tristemente famoso inventario a scomparti è tuttora presente in Code Veronica, con il suo spazio limitato e il suo celebre sistema di "cassoni magici" in cui depositare (o dimenticare se non si fa attenzione) gli oggetti raccolti lungo il percorso
Giunti alle battute finali, il quadro che si delinea attorno all'analisi di Resident Evil: Code Veronica per PS2 vede nel gioco Capcom un titolo di eccellente fattura, coinvolgente e appassionate come pochi altri arcade/adventure, ma pesantemente legato alle sue origini datate 1996 (data di uscita del capostipite). Sicuramente un obbligo per ogni appassionato della saga, fan accanito del genere survival horror, o giocatore amante dei brividi e della violenza tout-court, e di certo un ottimo acquisto per qualsiasi utente PlayStation 2 "affamato" di giochi di una certa caratura (e sono tanti, circa dieci milioni...). L'unica categoria di giocatori a cui va sconsigliato l'acquisto, soprattutto in ragione del prezzo, è quella degli utenti che già avessero giocato a fondo alla primissima uscita in versione Dreamcast. La quantità di materiale inedito, limitata ad alcune apparizioni non-interattive di Albert Wesker, non giustifica in alcun modo un nuovo esborso, a meno di non essere collezionisti o intimamente legati alle sorti economiche della casa di Street Fighter.
ScreenShot
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Scheda Tecnica Del Gioco
Titolo: Resident Evil Code Veronica X
Piattaforma: PlayStation 2
Genere: Survivor Horror
Software house: Capcom
Sviluppatore: Interno
Distributore: CTO
Lingua: Multi4 (English, Deutsch, Français, Español)
Data uscita: 26 Maggio 2000
Prezzo al momento dell'uscita: NP
Formato: PAL
Formato immagine: ISO
Dimensione: 3,71 GB decompresso 2,71 GB compresso
Requisiti Necessari: PlayStation2 Modificata, Joystick Dual Shock2 o Compatibile
Download http://rapidshare.com/files/444872645/Resident_Evi_Code_-_Veronica_X.torrent
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